Quello che dice il Jazz – There’s one and only Jazz

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Visto che mi piace ogni tanto scompigliare un po’ le carte, prima di fare il punto sugli anni dello Swing dal punto di vista storico (mi pare ci sia infatti qualche confusione in merito nella nostra scena Lindy Hop), vorrei aprire l’anno con un album che apparentemente non appartiene al campo d’indagine e ricerca di questo blog. Ma come ho già avuto modo di argomentare in precedenza, ad esempio a proposito del grande Thelonious Monk, il concetto di swing è qualcosa di ampio e inclusivo e soprattutto il Jazz è una forma musicale che ha avuto diverse correnti e incarnazioni, sempre però accomunate da alcuni tratti comuni.

Tra questi mi piace sottolineare soprattutto l’elemento ritmico oscillante garantito dalla sezione composta da batteria-basso-piano (e spesso chitarra ritmica), in altre parole lo swing (con la minuscola, per distinguerlo dalla definizione più ristretta della musica delle big band jazz degli anni ’30 e ’40), e la componente sperimentale che propone sempre nuovi incroci e nuove miscele sonore, al di là delle categorie, un mix unico che guarda sempre avanti in termini di qualità musicale.

Entrambi questi tratti sono presenti nell’album che vi propongo per cominciare bene questo 2016: Saying Somethin’! del Gigi Gryce Quintet (New Jazz, 1960).

Cominciamo dal titolo: il Jazz dice sempre qualcosa, è musica comunicativa che attraversa definizioni e generazioni. Se dovessimo ad esempio incasellare in un manuale questo album del quintetto capitanato da Gryce, dovremmo parlare di Hard Bop, ma come dimenticare la componente blues che è alla base di quasi tutti i brani (3 composizioni originali di Gryce, mentre gli altri 3 sono di autori e musicisti jazz importanti come Hank Jones e Curtis Fuller) e l’oscillazione swing della sezione ritmica che rende almeno un paio di brani ballabili anche da chi ama il Lindy (oltre ad almeno 2 brani che potrebbero essere assai apprezzati anche da chi balla il Blues).

Mi piace dedicare attenzione e tempo agli artisti meno immediati e famosi, come in questo caso Gigi Gryce. Un altosassofonista che ha suonato con grandi del calibro di Horace Silver, Max Roach, Kenny Clarke, Oscar Pettiford, Howard McGhee, Quincy Jones. Ma anche componente dell’orchestra Swing diretta da Lionel Hampton, in compagnia del fraterno amico e incomparabile trombettista Clifford Brown. Compositore di alcuni standard, oltre che musicista e sindacalista che lottò per i diritti dei musicisti (neri e non), decise ad un certo punto della sua vita di lasciare la scena jazz per dedicarsi all’insegnamento in una scuola pubblica del Bronx, dove mi piace pensare che tra i suoi studenti ci furono alcuni dei giovani ispanici e afroamericani che crearono il movimento culturale hip hop.

Non mi resta che augurare un buon anno nuovo a tutti e lasciarvi alla buona musica di questo album, non prima però di avervi segnalato i componenti del quintetto:

Gigi Gryce – alto saxophone
Richard Williams – trumpet
Richard Wyands – piano
Reggie Workman – bass
Mickey Roker – drums

Buon 2016 con tanto Jazz!

🙂

Mazz Jazz (aka Professor Bop)

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Well, this album apparently doesn’t belong to this blog, because of its period and style. But, as I already wrote in former posts about Thelonious Monk and other musicians, the concept of swing is wide and inclusive and most of all Jazz is a music with different categories that always share some common points.

I like to mention here a couple of them: what we call swing (with no capital letter, in order to not confuse it with the big bands jazz music of the ’30s and ’40s), the constant rhythm provided by bass-piano-drums (and often rhythm guitar) and the experimental mix that this quality music always search, connecting different styles and origins beyond definitions and categories.

And we can find all of this in this album: Saying Somethin’! by the Gigi Gryce Quintet (New Jazz, 1960).

Let’s start from the title: Jazz always says something, it’s a communicative form of art that crosses generations. If we should choose a category for this music and time, we should talk about Hard Bop, but how could we forget the strong blues structure of these tunes (3 original compositions by Gryce, other 3 from important musicians and composer such as Hank Jones and Curtis Fuller) and the swing that creates a couple of tunes danceable even for lindyhoppers (plus at least 2 tracks pretty much appreciable by those who like Blues Dance).

I like to read and talk about artists that are not so famous and obvious and Gigi Gryce was one of them. An alto saxohone player together with great artists like Horace Silver, Max Roach, Kenny Clarke, Oscar Pettiford, Howard McGhee, Quincy Jones. But also member of the Swing orchestra lead by Lionel Hampton, together with his dear friend and magic trumpet player Clifford Brown. Composer and also musician and advocate for musicians’ rights (both for black people and white people), he decided then to quit with the music scene and to become a public school teacher in the Bronx, where I like to imagine that some of his students were latinos or afroamerican protagonist of the hip hop cultural movement.

So, time to wish the best new year to all of you and let you listen to this album, played by:
Gigi Gryce – alto saxophone
Richard Williams – trumpet
Richard Wyands – piano
Reggie Workman – bass
Mickey Roker – drums

Have a wonderful and jazzy 2016!

🙂

Mazz Jazz (aka Professor Bop)

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